Educare alla cittadinanza globale: memoria, cooperazione e speranza

L’incontro del Coordinamento Mondialità, tenutosi dal 22 al 23 ottobre a Roma, si è concentrato sul tema dell’educazione alla cittadinanza globale, intesa come impegno condiviso che coinvolge diversi servizi della Chiesa. Al centro, anche la riflessione sulla cooperazione fraterna come stile d’azione della Chiesa stessa e della Caritas in particolare.

Il momento è stato arricchito dal ricordo della dott.ssa Graziella Fumagalli, nel trentesimo anniversario della sua morte in Somalia: una testimonianza luminosa di fede e servizio.

Nel primo intervento, don Giuseppe Pizzoli, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM), insieme con il suo team, ha illustrato le motivazioni alla base della creazione dell’Agorà, un servizio di formazione e animazione promosso dalla Fondazione Missio.

L’iniziativa è rivolta in particolare al mondo della scuola, coinvolgendo insegnanti, catechisti, formatori, operatori pastorali, istituti religiosi e ONG. L’obiettivo è diffondere i valori della mondialità, dell’intercultura e della missione, aiutando i giovani a crescere con un cuore aperto “a 360 gradi”.

L’Agorà è descritta come un mercato di scambio: uno spazio di creatività e condivisione dove ciascuno può offrire la propria esperienza e arricchirsi di quella degli altri. All’interno della piattaforma è possibile reperire materiali per l’animazione missionaria e segnalare attività realizzate sul territorio.

Il secondo momento, introdotto da don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, è stato dedicato alla memoria della dottoressa Graziella Fumagalli, medico volontario uccisa il 22 ottobre 1995 a Merca, in Somalia, mentre coordinava l’unico centro antitubercolare della zona.

Don Marco ha sottolineato l’importanza del fare memoria: “di ciò che siamo, di ciò che abbiamo ricevuto, per elaborare ciò che siamo chiamati a diventare”.
Ha ricordato come la speranza abbia bisogno di spazio e di tentativi, anche nei luoghi dove la vita sembra non avere valore.

Graziella testimoniava con la semplicità dei gesti e con la verità delle parole che ogni vita conta. Il suo sorriso era autentico, la sua dedizione concreta, la sua fede trasparente.

La situazione della Somalia, allora e oggi, è stata approfondita grazie alla testimonianza dell’antropologa Maryan Ismail Mohamed, che ha evidenziato il ruolo fondamentale delle donne nella società somala.

Sono poi intervenuti padre Giorgio Bertin, vescovo emerito di Gibuti e Mogadiscio, e don Antonio Cecconi, ex direttore di Caritas Italiana, che hanno ricordato gli ultimi giorni di Graziella e la sua scelta di vivere “piccola e nascosta”, come Charles de Foucauld.
Ha concluso il momento Francesco Sironi, giovane di Casatenovo, paese natale di Graziella, che continua a tenere viva la sua memoria.

Il terzo punto dell’incontro ha affrontato il tema della cooperazione fraterna e del modus operandi della rete Caritas Internationalis.

La Caritas è un organo di evangelizzazione della Chiesa e come tale è chiamata non solo a rispondere alle crisi umanitarie, ma anche a promuovere lo sviluppo umano sostenibile e la cura del creato.

Favorire la collaborazione significa rafforzare le Caritas sorelle, offrendo strumenti equi e adeguati per operare efficacemente. La Caritas è chiamata a comunicare con la società ed essere la voce di chi non ha voce.

La cooperazione fraterna, ha ricordato don Marco, non è un atto puntuale, ma uno stile di vita fondato su responsabilità, professionalità, rispetto, uguaglianza e reciprocità.

È necessario stabilire protocolli d’intesa chiari, definendo ruoli, principi condivisi e tempi di valutazione reciproca. Solo così è possibile “camminare insieme” nel segno della fiducia e della corresponsabilità. “Com’è importante sognare insieme! Da soli si rischia di avere dei miraggi, ma i sogni si costruiscono insieme” (Papa Francesco, Fratelli tutti)

Nel quarto momento, i gruppi di lavoro hanno riflettuto su un modello di collaborazione tra Caritas Italiana e le Caritas diocesane nella solidarietà internazionale.

Il quinto e ultimo punto ha affrontato il tema “Dal locale al globale”, con la presentazione dell’agenda internazionale di advocacy e della campagna “Cambiare la rotta: trasformare il debito in speranza”, un invito a costruire insieme un mondo più giusto e solidale.

L’incontro del Coordinamento Mondialità ha messo in luce come educazione, memoria e cooperazione siano pilastri inscindibili per costruire una cittadinanza globale solidale e una Chiesa che sa “sognare insieme”.