Il celebre storico Alessandro Barbero ha richiamato una grande partecipazione di cittadini a Catanzaro, dove ha presentato il suo nuovo libro, San Francesco, sul palco del Teatro Politeama. L’evento, che ha visto una sala gremita e attenta, ha offerto un’immersione profonda e critica nella figura complessa e sfaccettata di Francesco d’Assisi, analizzata attraverso la lente rigorosa della storia.
Barbero, noto al grande pubblico per la sua capacità di rendere accessibile la storia, ha dialogato su ciò che la storiografia può effettivamente rivelare sulla vita di Francesco d’Assisi, distinguendo tra fatti documentati e le numerose leggende che si sono stratificate nel tempo.
“San Francesco”: storia, mito e memoria secondo lo storico
Lo storico ha spiegato che la scelta del titolo “San Francesco” anziché “Francesco d’Assisi” riflette il punto di vista delle fonti storiche: tutta la documentazione su un uomo vissuto otto secoli fa è filtrata attraverso testimonianze scritte da chi aveva un preciso interesse o punto di vista. Come Barbero rileva, «non di una sola vita» si tratta, ma di «molte vite» – nel senso delle molte versioni del santo che si sono sedimentate.
La presentazione ha toccato gli episodi più emblematici della vita del Santo, mettendone in luce la dimensione umana e storica.
L’incontro con il lebbroso viene presentato come momento cruciale di conversione, ma Barbero ha sottolineato che le fonti divergono: da un atto singolo di carità che portò a un cambiamento di vita, fino all’apparizione del lebbroso come figura simbolica di Cristo stesso.
L’evoluzione di Francesco, da giovane rampollo di mercanti a fondatore di un ordine: Barbero ha puntualizzato che la sua scelta di povertà era una scelta personale e non una critica radicale alla Chiesa o alla gerarchia sociale del tempo. “Francesco non ha mai detto che tutti dovessero vivere come lui,” ha specificato lo storico.
Il rapporto con le donne: Nonostante alcune affermazioni critiche degli ultimi anni, Barbero ha ricordato l’importanza dell’apertura iniziale del movimento e il ruolo fondativo di Chiara d’Assisi, che Francesco aiutò a fuggire per abbracciare la vita religiosa. “È evidente che Francesco è cambiato nel corso della sua vita,” ha commentato Barbero.
Il modo in cui la figura di Francesco è stata costruita e ricostruita nelle fonti: Barbero ha evidenziato la distruzione intenzionale di versioni “più vere” da parte dell’Ordine francescano per favorire la Legenda Maior, una versione più levigata e istituzionalmente utile del santo.
Un pubblico attento al Politeama: applausi per la storia viva
L’incontro al Politeama si è chiuso con un lungo applauso, a testimonianza dell’interesse e dell’apprezzamento del pubblico catanzarese per la profondità delle riflessioni di Barbero. Lo storico ha cercato di restituire la figura di Francesco nella sua grandezza e nella sua umanità, senza retorica, mettendo in luce sia il carisma che i nodi, le incoerenze e le tensioni. Una
esposizione delle contraddizioni e delle versioni divergenti che può dare l’impressione di una «verità sfumata», che rischia di far perdere di vista un «vero» Francesco, seppure non secondo le forme agiografiche tradizionali.
Un elemento particolarmente apprezzato è la coralità del racconto: Barbero non propone un Francesco semplificato, ma un uomo vissuto, con luci e ombre, e un movimento – il francescanesimo – che ha dovuto affrontare fin dall’inizio tensioni interne, trasformazioni istituzionali e conflitti interpretativi.
In definitiva, la presentazione a Catanzaro ha offerto non solo un momento culturale di rilievo, ma anche un’opportunità per interrogarsi – da cattolici, da educatori, da studiosi – su come si tramandi la memoria di una figura tanto centrale come san Francesco. Il libro di Barbero si pone come strumento utile per rompere l’immagine troppo “levigata” del santo e per far emergere il contesto storico, la complessità e il cammino di trasformazione che lo ha attraversato.