Padre! Una storia semplice

Presentazione postuma dell’ultimo libro del prof. Costantino (Nino) Mustari
Presentazione postuma dell’ultimo libro del prof. Costantino (Nino) Mustari
Foto del 29 dicembre della presentazione del libro del Prof. Costantino (Nino) Mustari "Padre! Una storia semplice"

Alla presenza di un pubblico particolarmente partecipe, il 29 dicembre, presso la chiesa monumentale di “San Domenico” in Taverna, addobbata per la tradizionale novena in onore di Gesù Bambino, si è svolta la presentazione dell’ultimo libro, edito da “Tralerighe libri”, dell’indimenticabile Prof. Costantino (Nino) Mustari, “Padre! Una storia semplice”, venuto a mancare, prematuramente, il 2 dicembre scorso.

Uomo poliedrico e dai tanti interessi, autore di 10 monografie e di vari articoli su giornali e riviste locali e nazionali, è stato apprezzato insegnante e Dirigente scolastico presso vari istituti, compreso il Liceo Ginnasio Paritario “Card. G. Sirleto”, Presidente dell’ARDIS, Assessore alla cultura del Comune di Catanzaro, Consigliere comunale di Taverna, Presidente del comitato provinciale “UNICEF” Catanzaro, nonché Vice presidente del comitato “UNICEF” Calabria, Vice presidente della Società “Dante Alighieri” di Cosenza. 

La serata, moderata dalla nipote, Elena Dardano, ideatrice e curatrice, tra l’altro, dell’Hyle book festival, ha visto la presenza del sindaco di Taverna, Sebastiano Tarantino che ha ricordato quanto il Prof. Mustari fosse sempre promotore di tante iniziative culturali, e il parroco di Taverna, don Antonio Ranieri che ha inteso leggere il viaggio esistenziale del protagonista dell’ultimo libro quale viaggio, quello di Nino, verso la casa del Padre: un uomo la cui Fede ha illuminato l’intera sua esistenza e che sempre è stato desideroso di incontrare il Signore anche attraverso il prossimo.

Ricchissimi di spunti e di riflessioni gli apporti dei relatori che, commossi ed emozionati, hanno tracciato un profilo dell’autore più che un’analisi approfondita del libro, lasciando al lettore il gusto di assaporare temi e riflessioni care a Nino Mustari.

Proprio partendo dal sottotitolo, “Una storia semplice”, Elena Dardano ha evidenziato come l’autore, sebbene utilizzando un linguaggio accessibile ai più, in realtà si sia fatto sempre portavoce, attraverso riflessioni profonde che proponevano valori umani e sociali universali, della storia, della memoria, delle tradizioni del borgo natio e della famiglia di origine.

Clementina Amelio, docente e assessore alla cultura, lo ha indicato quale mentore attraverso cui ha costruito il proprio percorso di insegnante, ma soprattutto ne ha esaltato le qualità scientifiche e umane che Nino (si permetta di chiamarlo confidenzialmente così!), durante i suoi incarichi lavorativi ha saputo dosare per far emergere, in ogni alunno, senza mai lasciare indietro nessuno di loro, una forte consapevolezza umana oltreché una crescita scolastica e professionale adeguata.

Clemente Angotti, giornalista dell’ANSA, lo individua quale cantore dei tempi moderni in grado di far conoscere, con estrema maestria e dovizie di particolari, quasi come fosse un pittore con i suoi quadri, Taverna e la Presila con i loro scorci, feste e tradizioni, sinonimo di quanto lo stesso Mustari fosse attaccato alle proprie radici e ai suoi luoghi più cari.

Elvira Fratto, scrittrice e giornalista de Il Quotidiano del Sud, che maggiormente si è soffermata sul testo, ne ha evidenziato una scrittura ricca di sfumature che, unitamente ad un linguaggio semplice, ma mai banale, ha reso unica la figura di Nino, umile e generosa: la scrittura lo ha reso immortale.

Numerosi gli interventi che hanno confermato la umile grandezza dell’uomo Costantino: dal forte impatto che la trasmissione della memoria ha avuto attraverso tutti i suoi numerosi scritti (Salvatore Tozzo), alla scrittura quale mezzo per riunire la comunità e creare legami (Felice Foresta), dall’identificazione di Nino con tutto ciò che ha scritto e con il richiamo, forte, alla responsabilità di ‘padre’ (Franco Cimino), all’altruismo nei confronti della comunità e all’avere, dote rara, uno sguardo che ha sempre visto ‘oltre’ (Salvatore Munizza), dalle parole tenere del compagno di classe (Franco Priolo) che lo ha ricordato come padre esemplare, amico, uomo buono che ha saputo difendere, con garbo – anche durante l’esperienza politica – le proprie opinioni, al di sopra delle parti, avendo una estrema fiducia nel sistema democratico, al saluto di Giancarlo Spadanuda che lo ha definito sagace autore di libri silani, un intellettuale di bell’ingegno. 

A chiusura di serata, il saluto tenero del pronipote Alessandro: “Zio Nino ti voglio bene” e noi con lui, consci del profondo senso di riconoscenza e di affetto, lo salutiamo, per un arrivederci, a(d)Dio caro Nino.