Foto generica assassinio Aldo Moro del 9 maggio 1978

In occasione dell’anniversario della morte di Aldo Moro, pubblichiamo questo contributo scritto dalla figlia Maria Fida, recentemente scomparsa.

Un contributo che ci venne inviato quattro anni fa in occasione di un convegno organizzato per ricordare la figura del papà Aldo.

Un modo, il nostro, per ricordare una persona che aveva vissuto autenticamente la politica da cristiano. La sua uccisione è un dolore che non passa mai. È un senso di perdita di intelligenza, di vuoto. Forse la politica oggi è così povera anche per questo.

In questo inarrestabile 9 maggio vorrei, invece di dover combattere la buona battaglia in favore di mio padre Aldo Moro, della Verità, raccontare la stupefacente bellezza del suo insegnamento. Insegnamento silenzioso, sollecito, assolutamente chiaro, accompagnato dal suo sorriso mesto e dalla fragilità della sua anima che si esprimeva in una gentilezza speciale, sublime.

Mi piacerebbe saper descrivere la sicurezza che mi dava mentre la sera avanzava ed i cipressi si facevano scuri. La sua umiltà e la sua mitezza incomparabili erano un’altissima espressione di spiritualità. Papà amava tutto ciò che era piccolo e ai margini. Adorava i bambini, Si fidava dei giovani. Era saggio. Non diceva mai “io, io”. Si esprimeva con estremo rispetto ed ironia sottile: “forse, si potrebbe, sembra probabile”. D’altronde, perché non provare una nuova strada?

Mi manca la sua silente presenza, perché mi faceva sentire migliore e mi faceva venire voglia di esserlo davvero.

Mio padre mi ha insegnato a percepire e a vedere l’invisibile, il mondo sotteso a ciò che è evidente. Mi ha fatto capire che le cose importanti non si possono vedere con gli occhi, ma solo con il cuore. Anzi, che le cose davvero importanti non sono cose.

Il 9 maggio dovrebbe solo servire a spiccare, almeno idealmente, il volo verso il cielo. Cielo nuovo che è già in noi. E basterebbe lasciarlo sbocciare.

Ero piccola, ma ho imparato la sua lezione adesso che sono trascorsi tanti anni faticosi ed amari, adesso che sono infinitamente stanca ed abbastanza malata. A volte mi sembra di avere perso la rotta e di aver perduto tutto. Poi una nuvoletta in vacanza passeggia in alto, sopra la mia testa ed il sorriso del mondo invisibile attraversa la mia anima come una freccia amorevole.

Tutto è luce.