In un clima di raccoglimento, fede e condivisione, si è svolto il tradizionale pellegrinaggio diocesano al Santuario mariano di Torre di Ruggiero, rinnovando una devozione secolare nel cuore dell’anno giubilare. A presiedere la celebrazione Eucaristica è stato l’Arcivescovo S.E. Mons. Claudio Maniago, che nella sua omelia ha offerto spunti profondi per la riflessione personale e comunitaria.
“Avevamo bisogno che Dio venisse in mezzo a noi”
Nel cuore dell’omelia, l’Arcivescovo ha ricordato come l’umanità abbia avuto un bisogno essenziale: la presenza concreta di Dio nella propria storia. “Avevamo bisogno – ha detto – che Dio venisse in mezzo a noi per vincere il male, il nostro peccato. E Dio non si è limitato a darci un messaggio, ma si è fatto uomo in Gesù, è vissuto con noi, è morto per noi. E soprattutto è risorto: da lì scaturisce la nostra speranza”.
“Guardare in alto per camminare bene”
Riferendosi al mistero dell’Ascensione del Signore, celebrato nella liturgia del giorno, Mons. Maniago ha esortato i fedeli a mantenere lo sguardo fisso su Cristo. “Per camminare – ha detto – è importante sapere dove si guarda. Guardare in alto non significa vivere con la testa tra le nuvole, ma avere un punto fermo: il Signore risorto. È Lui che ci orienta, che ci dà la misura per scegliere bene”.
“Siamo chiamati ad essere testimoni”
Il vescovo ha poi ricordato che la fede cristiana non è spettatrice, ma chiamata alla testimonianza. “Non possiamo guardare il cielo e vivere la vita come se niente fosse. Gesù ci chiede di essere testimoni: di quello che abbiamo visto e sperimentato nel nostro cammino. La nostra quotidianità deve dire qualcosa di nuovo”.
“Maria, madre che ci guida”
Forte è stato il richiamo alla presenza di Maria, al centro del pellegrinaggio. “Siamo qui – ha affermato – perché abbiamo bisogno di Lei, madre premurosa che ci aiuta a non dimenticare dove mettere i piedi e dove guardare. Ogni santuario mariano è un luogo in cui risuonano nel cuore le sue parole: ‘Fate quello che Lui vi dirà”.
Infine, l’Arcivescovo ha sottolineato il significato comunitario del cammino giubilare: “Sarebbe stato bello fare la nostra processione, perché è segno di una verità grande: che camminiamo insieme. Così vuole il Signore. E accanto a Maria, camminiamo verso Gesù, nostra unica speranza, quella che non delude”.