Mensa della Fraternità: un punto di riferimento per centinaia di famiglie

Foto Mensa della Fraternità della parrocchia "San Pio X" di Catanzaro

Quando il 16 marzo 2015 inaugurammo, un gruppo di temerari volontari, abbastanza folli come solo gli scout e le donne e gli uomini capaci di essere visionari ad ogni costo ed oltre qualsiasi immaginazione e rappresentazione di un futuro, non incerto ma assolutamente inesistente, ebbene se, in quella ormai lontanissima data, mi avessero predetto che oggi, nel mese di febbraio 2024, mi sarei ritrovato a raccontare dell’esperienza della Mensa della Fraternità, una mensa più attiva ed efficiente che mai,  francamente non avrei potuto che dubitare della sanità mentale di chi quella predizione raccontava.

Ed invece, poiché la Provvidenza Divina si compiace di aiutare le imprese dei folli, quelle belle e ricche di generosa umanità, di pura voglia di servire a qualsiasi costo ed al di sopra di ogni difficoltà ed ostacolo, è sinceramente meraviglioso raccontare di ciò che la nostra Mensa è diventata. La Mensa della Fraternità è un punto di riferimento assoluto e costante per centinaia di famiglie. 

Grazie ai nostro generosi benefattori, da nove anni riusciamo a dare un concreto  contributo in termini di distribuzioni mensili di spese e pacchi alimentari, alternativamente all’accoglienza dei nostri ospiti per la consumazione presso l’oratorio della parrocchia “San Pio X” di Catanzaro, di pranzi di comunità.

Mi è impossibile non fare riferimento ai momenti difficili, alla mancanza di risorse, alle richieste di aiuto  che, quando giungono in grande quantità (e ciò accade quasi sempre…) ci spaventano immaginando di non essere in grado di soddisfare tutti. Ma, miracolosamente e sempre perché la Divina Provvidenza, evidentemente, ci ha preso in simpatia, in  nove anni siamo riusciti a non mandare a casa alcuno senza aver, in qualche modo, soddisfatto le Sue richieste. 

I Volontari della Mensa, noi, che ormai usiamo definirci “TaskForceSPioX”, in realtà, al di là delle appartenenze, per qualcuno,  ai vari nuclei pastorali, siamo semplicemente un gruppo di persone che si vuole bene. E che, nell’affettuosità reciproca, esalta,  servendo nel nome del Signore, l’impegno Cristiano di dedicarsi, per quanto possibile, ad offrire conforto al prossimo. 

Tutti possiamo e dobbiamo essere la chiave del cambiamento. Laddove nulla c’era e nessuno immaginava che qualcosa potesse costruirsi, ebbene proprio in quegli spazi vuoti, risiede la missione che il Signore ci ha affidato. Spazi  che devono essere, dai fedeli, dai Cristiani di oggi, assolutamente colmati. 

La Mensa è il “nostro Alleluia”. La gioiosa festa che, nel servizio che prestiamo, anima il nostro cuore. Un‘emozione incredibile che nasce dalla percezione di riuscire, guidati dal Signore, a compiacerLo nel rappresentare una piccola, piccolissima sponda per chi, in momenti estremamente difficili, necessita di non sentirsi imprigionato non solo nella quotidiana difficoltà ma anche, spesso, nella solitudine dell’esistenza. 

Tutti, difatti, dobbiamo porci in condizione di ascolto. Giacché tutti abbiamo bisogno di ascolto e di essere ascoltati. Di chiamare e di sentirsi chiamati. Ogni relazione è esclusiva. E, se a volte sembra di non comprendere e di non essere compresi , cosa che nel servizio di mensa può spesso capitare davanti ad una platea di ospiti cosi vasta e variegata, il problema autentico è quello di essere perfettamente sintonizzati su noi stessi e sugli altri. 

Convincersi, con l’aiuto del Signore, che quella che ci spinge a comunicare, ad aprirci al prossimo anche quando sarebbe molto più comodo isolarsi ritenendo bastevole il servizio prestato, è una fatica lodevole.

Ma, nella mensa e grazie alla mensa, abbiamo tutti imparato e capito che comunicare è un atto di responsabilità e di grande umanità. Talvolta, paradossalmente, più che un pacco alimentare, risulta essere prezioso chiacchierare con qualche nostro ospite anche solo per pochi minuti. 

Questo siamo diventati. Questa è la Mensa della Fraternità, oggi. Questo cerchiamo di fare e di costruire senza crearci limiti. Non perché pensiamo di non averne. Tutt’altro. Ma perché siamo fermamente convinti che “servire nel nome del Signore”  ci ha reso e ci rende forti, tenaci e resistenti. 

Le sfide sono tante e gravose. Ma noi continuiamo ad esserci. Finché Dio vorrà.