di Ida Bonapace
È ancora tempo di dire “Viva la Parrocchia”? O ci troviamo di fronte ad una realtà anacronistica, ad uno strumento inutile e superato?
A pensare esattamente il contrario e più convinti che mai della bontà del messaggio “di vita buona” che dalla parrocchia può ancora diffondersi, sono Giuseppe Curciarello, medico oncologo, ed Enzo Romeo, giornalista vaticanista al Tg 2, autori del piccolo, ma prezioso testo scritto a due mani “Viva la Parrocchia! La sinodalità vissuta dal basso”.
Ricordi ed esperienze post-conciliari al San Pio X di Catanzaro
Sollecitati da un nutrito pubblico, lo scorso 26 ottobre, su invito della Parrocchia di San Pio X di Catanzaro, non hanno esitato a ripercorrere ricordi ed esperienze vissute negli anni post-conciliari nella loro comunità parrocchiale della chiesa di Siderno.
A introdurre l’incontro, in rappresentanza dell’AC Parrocchiale che ha collaborato all’iniziativa, l’avvocato Lino Silipo il quale, nel richiamare le esperienze di vita parrocchiale degli autori, ha evidenziato che le stesse sono come un racconto sinottico che a confronto con un ideale racconto di esperienze parrocchiali vissute in quegli anni da molti dei presenti, potrebbero essere facilmente sovrapposte.
Esperienze che hanno segnato la formazione e la crescita cristiana dei laici e che hanno accompagnato la storia degli autori chiamati per esigenze di lavoro a vivere lontano dai luoghi natii, in altre città dove l’avventura è in qualche modo continuata. E’ stato così per il coautore del libro, Giuseppe Curciarello che a Firenze, città nella quale vive, non ha potuto fare a meno di riproporre quella sua visione di parrocchia, nella consapevolezza che se pure i luoghi e le modalità sono diverse, incessante deve essere l’invito alla condivisione, alle relazioni umane autentiche, all’ascolto e all’accoglienza.
Un libro per ricordare don Achille
Il libro, nato per ricordare la figura di don Achille, parroco della chiesa di Santa Caterina in Siderno, non è una raccolta nostalgica di momenti della giovinezza, ma secondo i relatori è un fondamentale punto di partenza perché niente è immutabile e anche la parrocchia deve cambiare il passo e prendere coscienza che oggi la fede cattolica non è un traguardo raggiunto ma è di nuovo una conquista!
“Anche da giovani – ha ricordato Curciarello – vivevamo la sinodalità, solo che non lo sapevamo, perché ci si ritrovava con tutti e si camminava assieme con chiunque ci capitasse accanto senza scegliere”.
Consapevoli delle trasformazioni che caratterizzano in modo sempre più incalzante i nostri tempi è necessario superare l’idea della parrocchia come una realtà sempre uguale a se stessa. Oggi la parrocchia è luogo di incontro di differenze e per questo è chiesto ai laici di sperimentare concreti percorsi di sinodalità, anche attraverso la contaminazione con culture, esperienze e visioni differenti. Andando oltre le fragilità e le fatiche di una realtà completamente mutata è chiamata a vivere una sinodalità dal basso capace di riproporsi con forme nuove come luogo e spazio per camminare insieme.
Il ruolo attivo dei laici nella Chiesa
A questo proposito, Enzo Romeo ha ricordato l’importanza del ruolo attivo dei laici chiamati ad assumere nuove responsabilità, specie in una fase di “contrazione numerica del clero”, laddove si richiede una sempre maggiore coinvolgimento di altri soggetti pastorali.
Anche in questo caso, realizzare una sinodalità vissuta dal basso richiede di superare quella mentalità che vede i laici delegati al ruolo di semplici esecutori, per divenire attori di una missionarietà che trasformi la parrocchia da “strumento per il mantenimento della fede a mezzo per favorirne la comparsa”.
Presenti all’incontro anche Iolanda Tassone , presidente della Azione Cattolica diocesana che ha posto l’accento sul fondamentale ruolo dei laici chiamati ad essere, all’interno della parrocchia, presenza attiva e Don Ferdinando Fodaro, Assistente Unitario di AC che ha sottolineato l’importanza di essere credenti in cammino capaci di leggere i cambiamenti dei tempi.
L’augurio finale del parroco, monsignor Franco Isabello, è stato quello di avere parrocchie capaci di riportare Cristo al centro della vita della persone.