IV Domenica di Pasqua: “Pecorelle amate, non pietre scartate”

La liturgia della quarta domenica di Pasqua ci consegna l’immagine di Gesù buon pastore. Gesù si presenta come il pastore buono e bello, la sua bellezza e la sua bontà sono raccontate da tre verbi: donare la vita, conoscere e guidare.

Noi siamo le pecorelle amate che stanno a cuore al pastore, ciascuno di noi è amato di un amore unico e personale, siamo considerati da Gesù un dono prezioso che Lui stesso vuole scartare, cioè liberare da tutto ciò che copre e che impedisce di far venire fuori la bellezza del dono. 

Il verbo scartare può avere più significati: scartare come togliere le carte che custodiscono e nascondono un regalo; c’è poi un significato meno bello: scartare come sinonimo di rifiutare, escludere, buttare via. Bè questo è quello che fa il mercenario: abbandona le pecorelle alla voracità del lupo. 

Gesù è Il pastore buono e bello che custodisce le sue pecorelle… siamo talmente importanti e preziosi per il pastore, tanto che è disposto a donare la vita. Dona la vita perché ci conosce… e come ci conosce! Conosce ogni aspetto della nostra vita, Gesù sa tutto di noi e ci ama.

A volte abbiamo paura di essere conosciuti o visti nella verità di quello che siamo perché temiamo di essere rifiutati e non amati. Certamente perché ci conosce e ci ama, Gesù, lui solo può guidarci, può condurci, perché vuole il nostro bene e sa qual è il nostro bene. Per guidare una persona, infatti, è necessario conoscerla profondamente e amarla intensamente. 

Gesù ci chiede di dargli fiducia e di lasciarci condurre, ci chiede la docilità della pecorella nel lasciarsi guidare dal suo pastore.

Don Antonio Ranieri

Don Antonio Ranieri

Vicario foraneo di Gimigliano-Taverna