Cari fratelli e sorelle, in questa solennità del Corpus Domini, celebriamo l’Eucaristia, il Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo e riflettiamo sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia.
Gesù si consegna a noi con queste parole: «Prendete, questo è il mio corpo», mani che si tendono verso di noi per consegnare se stesso e: «questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti», il dono più grande che poteva farci, possiamo cibarci di Lui.
Come può nutrirmi un po’ di pane, un piccolo frammento fatto soltanto di un po’ di farina e acqua?
Mi nutro di Gesù perché è presente con tutta la sua divinità ed umanità, sotto le apparenze del pane e del vino e in ogni messa si rinnova questo sacrificio. Cosa grande la consapevolezza che nell’ostia e nel calice ci sono il Corpo ed il Sangue di Gesù.
Il capitolo 14 del Vangelo di Marco inizia oggi con una domanda degli apostoli a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ovviamente, intendevano, con il verbo “mangiare”, cucinare l’agnello per ricordare la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto. Gesù cambia tutto quando prende il pane, recita la preghiera di benedizione, lo spezza e lo dona, dicendo: «prendete, questo è il mio corpo». Gesù si identifica con quel pane.
Non di solo pane vive l’uomo. Abbiamo necessità di nutrire il corpo, ma soprattutto l’anima. Ecco allora a noi il pane degli angeli. Questa la bella invocazione di oggi: Gesù, nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.
In questa solennità del Corpus Domini impariamo a guardare soprattutto il segno del pane. Esso appare come il cibo dei poveri, ai quali in primo luogo il Signore ha destinato la sua vicinanza.
L’Ostia è la nostra manna con la quale il Signore ci nutre , è veramente il pane dal cielo.
Allora, resta con noi Gesù, facci dono di te e dacci il pane che ci nutre per la vita eterna! Amen.
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo: “Ecco il sangue dell’alleanza”
Cari fratelli e sorelle, in questa solennità del Corpus Domini, celebriamo l’Eucaristia, il Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo e riflettiamo sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia.
Gesù si consegna a noi con queste parole: «Prendete, questo è il mio corpo», mani che si tendono verso di noi per consegnare se stesso e: «questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti», il dono più grande che poteva farci, possiamo cibarci di Lui.
Come può nutrirmi un po’ di pane, un piccolo frammento fatto soltanto di un po’ di farina e acqua?
Mi nutro di Gesù perché è presente con tutta la sua divinità ed umanità, sotto le apparenze del pane e del vino e in ogni messa si rinnova questo sacrificio. Cosa grande la consapevolezza che nell’ostia e nel calice ci sono il Corpo ed il Sangue di Gesù.
Il capitolo 14 del Vangelo di Marco inizia oggi con una domanda degli apostoli a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ovviamente, intendevano, con il verbo “mangiare”, cucinare l’agnello per ricordare la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto. Gesù cambia tutto quando prende il pane, recita la preghiera di benedizione, lo spezza e lo dona, dicendo: «prendete, questo è il mio corpo». Gesù si identifica con quel pane.
Non di solo pane vive l’uomo. Abbiamo necessità di nutrire il corpo, ma soprattutto l’anima. Ecco allora a noi il pane degli angeli. Questa la bella invocazione di oggi: Gesù, nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.
In questa solennità del Corpus Domini impariamo a guardare soprattutto il segno del pane. Esso appare come il cibo dei poveri, ai quali in primo luogo il Signore ha destinato la sua vicinanza.
L’Ostia è la nostra manna con la quale il Signore ci nutre , è veramente il pane dal cielo.
Allora, resta con noi Gesù, facci dono di te e dacci il pane che ci nutre per la vita eterna! Amen.
Don Pietro Pulitanò
Direttore Caritas Diocesana
di Catanzaro-Squillace
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