Il Vangelo che ascoltiamo in questa IV domenica di Quaresima lo possiamo comprendere solo se lo inseriamo nel suo contesto: il dialogo fra Nicodemo e Gesù.
Un incontro che il Vangelo annota come avvenuto di notte. La notte non come l’intervallo di tempo compreso fra il tramonto e l’alba, quanto, invece, il tempo della ricerca di risposte alle tante domande della vita.
È la domenica in cui ci viene ricordato che la più grande tentazione è quella di non credere nell’amore che Dio ha per ogni donna e ogni uomo.
Il Crocifisso innalzato è il segno perenne dell’amore eterno e viscerale di Dio. Cristo Gesù è consegnato al mondo come “chiave” che apre, nel mondo degli uomini, il mondo nuovo di Dio. Tutti noi siamo invitati ogni giorno ad entrare in questo mondo nuovo. Servendosi di questa “chiave” il discepolo non fa altro che riaprire il mondo di Dio già presente.
Questa è la domenica in cui in modo imperativo ci è chiesto di gioire, laetare. È la gioia che nasce dal riconoscere la fedeltà che Dio ha nei confronti dell’uomo.
Scegliamo la via dell’amore che è la via della perfezione. Una perfezione che non consiste tanto nel salire, quanto nel discendere. Perché come diceva già un santo: Dio non guarda i verbi quanto gli avverbi nella nostra vita.
IV Domenica di Quaresima: “Noi, amati tanto così”
Il Vangelo che ascoltiamo in questa IV domenica di Quaresima lo possiamo comprendere solo se lo inseriamo nel suo contesto: il dialogo fra Nicodemo e Gesù.
Un incontro che il Vangelo annota come avvenuto di notte. La notte non come l’intervallo di tempo compreso fra il tramonto e l’alba, quanto, invece, il tempo della ricerca di risposte alle tante domande della vita.
È la domenica in cui ci viene ricordato che la più grande tentazione è quella di non credere nell’amore che Dio ha per ogni donna e ogni uomo.
Il Crocifisso innalzato è il segno perenne dell’amore eterno e viscerale di Dio. Cristo Gesù è consegnato al mondo come “chiave” che apre, nel mondo degli uomini, il mondo nuovo di Dio. Tutti noi siamo invitati ogni giorno ad entrare in questo mondo nuovo. Servendosi di questa “chiave” il discepolo non fa altro che riaprire il mondo di Dio già presente.
Questa è la domenica in cui in modo imperativo ci è chiesto di gioire, laetare. È la gioia che nasce dal riconoscere la fedeltà che Dio ha nei confronti dell’uomo.
Scegliamo la via dell’amore che è la via della perfezione. Una perfezione che non consiste tanto nel salire, quanto nel discendere. Perché come diceva già un santo: Dio non guarda i verbi quanto gli avverbi nella nostra vita.
Buona domenica a tutti.
Don Vincenzo Bruno Schiavello
Vicario foraneo di Soverato
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