Sabato Santo: «Oggi sulla terra c’è grande silenzio»

Il Sabato Santo è tradizionalmente il giorno del silenzio. Non si celebra l’Eucarestia, certo si prega perché la preghiera è comunque mantenersi sempre in contatto con il Signore per poter seguire Lui, i suoi passi nel Triduo.

Sicuramente il silenzio non è un un momento di assenza – lungi da noi il pensare il giorno in cui Gesù è morto e quindi noi stiamo in silenzio per rispettare un defunto –, ma il silenzio, invece, è proprio lo spazio del nostro cuore che si apre con maggior calma per poter accogliere tutto quello che abbiamo celebrato (il Giovedì Santo, “Messa “in Coena Domini”; il Venerdì Santo, l’Azione liturgica, la sua Passione, la Croce) e lasciare che questi momenti dentro di noi generino quelle che sono le nuove emozioni, che devono rigenerare la nostra fede, e rimetterci con rinnovato entusiasmo sul cammino veramente della sequela del Signore.

Solo se poi riusciamo, il Sabato Santo, a fare il giusto silenzio dentro di noi accogliendo questo, nella notte santa della Veglia potremo allora comprendere la ricchezza dei doni con cui si farà nuova luce dentro di noi. Una luce che ci illumina, che ci riscalda, ma soprattutto che ci apre nuovi orizzonti.

Sì, perché la fede non è mai una tappa di arrivo, ma sempre una tappa che ci rilancia in avanti verso il futuro. Lo sappiamo: la nostra fede si compirà soltanto nell’incontro col Signore. Nel frattempo, lo seguiamo.

Silenzio per accogliere dentro noi stessi la ricchezza della Pasqua, per poterla gustare nella Veglia e poi viverla nella nostra vita di tutti i giorni.