Era il primo luglio del 2021, festa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, intorno alle ore 10:00, nella sua residenza del Seminario Arcivescovile di Catanzaro, che si spense Mons. Antonio Cantisani, Arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace e padre fondatore di “Comunità Nuova” che ideò come periodico di informazione della Diocesi.
Una data che difficilmente i catanzaresi dimenticheranno per tutto quello che è stato e che ha dato Mons. Cantisani alla comunità del Capoluogo di regione.
La vita
Nato a Lauria Superiore (PZ), al tempo diocesi di Policastro-Bussentino e oggi di Tursi-Lagonegro, il 2 novembre del 1926. La sua formazione religiosa è avvenuta nel Seminario Regionale di Salerno, mentre la sua ordinazione presbiterale è datata 16 giugno 1949. Baccelliere in Sacra Teologia, conseguì presso la Pontificia Università Lateranense con una tesi inerente al diritto e alla disciplina ecclesiastica nelle opere pastorali di Sant’Agostino.
Nel suo percorso di giovane sacerdote è vicerettore del Seminario di Policastro, insegnante di Lettere, Latino e Greco, Cancelliere della Curia nella stessa diocesi, membro del consiglio pastorale diocesano, segretario del consiglio pastorale diocesano e della commissione presbiterale regionale. Dal 1956 fu parroco di Sapri e sei anni dopo ricevette da Papa Giovanni XXIII l’onorificenza di Cappellano di Sua Santità.
L’Ordinazione Episcopale
Fu successivamente chiamato dal Signore con la nomina di Papa Paolo VI a diventare Vescovo di Rossano il 18 novembre del 1971. Ordinato Vescovo il 27 dicembre 1971 dall’amato Mons. Pezzullo, suo predecessore, che sempre ricorderà nei suoi lunghi anni di episcopato, e nominato successivamente anche Vescovo della vicina Cariati il 7 aprile 1971. Per un anno fu anche amministratore apostolico della diocesi di Cassano allo Ionio.
La nomina a Vescovo di Catanzaro e di Squillace
Il suo episcopato più lungo, sotto la guida della Chiesa universale di Giovanni Paolo II, sarà quello nell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace iniziato il 31 luglio del 1980. Primo Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, nonché primo metropolita, perché le diocesi, inizialmente separate, si unirono nel 1986.
Scelse come motto episcopale “Evangelizo vobis, gaudim magnum”, quella grande gioia che ha accompagnato tutto il suo ministero episcopale con l’amore dimostrato verso tutti e l’attenzione ai più deboli, ai più poveri e ai più bisognosi.
Primo a celebrare il Sinodo nelle diocesi di Catanzaro e Squillace. Nel 1995 designato dai Vescovi di Calabria come Presidente della Conferenza episcopale calabra, visitando per la prima volta il Consiglio della regione Calabria rinforzando a tutti i rappresentanti politici gli ideali della persona al centro della società e il bene di tutti. Per dieci anni dal 1985 fu presidente della Commissione per le migrazioni della CEI e dal 1987 presidente della Fondazione Migrantes e Consultore del Pontificio Consiglio della pastorale per gli itineranti e i migranti.
L’inizio di Comunità Nuova
Ideò nel febbraio del 1982 il periodico diocesano “Comunità Nuova” che tutt’ora è il più importante veicolo di informazione dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, che da qualche tempo ha ripreso pienamente regime con l’uscita del nuovo primo numero e il rilancio del nuovo sito internet.
Il suo lungo episcopato, la cui tappa più “significativa” come egli stesso definì fu la visita di Papa Giovanni Paolo II a Catanzaro nel 1984, terminò nel 2003 per sopraggiunti limiti di età e divenne Arcivescovo Emerito di Catanzaro.
Autore di numerosissimi scritti, ricordiamo in particolare per la nostra amata città di Catanzaro la collana “Vescovi a Catanzaro” e l’ultimo libro sulla storia della diocesi di Catanzaro.
Il tratto più bello
Dopo aver espresso il profilo biografico di Mons. Cantisani, molto lungo a dimostrazione di quanta meravigliosa strada ha compiuto nella sua vita, descriviamo ora il tratto più bello dell’amato Arcivescovo e cioè quel viverlo quotidianamente nella fede e nell’amore di Gesù Cristo che tanto ci ha lasciato.
Quel Gesù che va annunciato e il cui volto va rivelato ad ogni creatura nella Chiesa che egli amava definire “sinodale, in uscita e inquieta” per mettere in evidenza che bisogna sempre annunciare la lieta novella del Signore. L’Amato, il Crocifisso e Risorto di cui parlava nelle sue omelie, che deve essere annunziato da tutti i battezzati, soprattutto i giovani, per una Chiesa non ferma ma sempre in cammino.
Sempre affettuoso e benedicente verso tutti, amatissimo in ogni luogo visitato specialmente nell’amata Catanzaro in cui è stato sepolto, per sua volontà per proteggere sempre questa comunità di fedeli che tanto ha amato e che con tanto affetto ha contraccambiato.
La visita di Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1984
Il momento più significativo, come citato in precedenza, è stata la visita a Catanzaro di Papa Wojtyla nell’ottobre del 1984 in un bagno di folla nelle vie della città e poi nella celebrazione eucaristica allo Stadio cittadino.
Ricordiamo anche la visita del Pontefice alla Cattedrale di Catanzaro con l’accoglienza del parroco don Franco Isabello, al fianco di Mons Cantisani per un ventennio nella segreteria della Curia diocesana.
Le parole più belle, invece, in una bellissima omelia nella festa di San Bruno in cui il Vescovo ci ha detto che la fede non è l’adesione ad una dottrina e né il rispetto di alcuni precetti morali ma la fede è un sì detto liberamente a Gesù Cristo. “Possiamo dire di aver fede quando incontriamo Gesù, ci innamoriamo di Lui, ci impegniamo a camminare dietro a Lui e ci affidiamo a Lui senza se e senza ma” concluse dicendo con l’augurio di rinnovare il proposito di un cammino verso la Santità.
Un uomo santo che siamo sicuri che Mons. Cantisani sia stato in terra e ora in Cielo. Un uomo che ci ha accompagnato con la sua sapienza che ha dato consiglio e formato vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici di tutto il suo tempo non dimenticando mai il povero e il bisognoso che ha messo al centro del suo ministero.
Il ricordo di chi scrive
Sento ancora la sua voce e le sue parole pensando sempre di averlo accanto insieme al desiderio di andare a trovarlo per passare del tempo insieme (ricordo di chi scrive…) Ma Sua Eccellenza quasi al termine della sua vita terrena lo disse: “Voglio incontrare Gesù”… siam certi che sia avvenuto questo meraviglioso incontro perché anche nei giorni finali della sofferenza fisica c’era la gioia e l’attesa dell’incontro con il Signore che ha amato e servito per tutta l’esistenza.
E che testimonianza più bella se non quella di Mons Cantisani.
Lorenzo Fazio